Amazzonia il polmone del mondo

Brucia solo l’Amazzonia brasiliana?

Il 19 agosto 2019 alle ore 16.00 brasiliane il sole, sulla città di São Paulo, si oscura a causa dei fumi che provengono dalla foresta Amazzonica.

La notizia in poche ore fa il giro del mondo.

Il satellite MODIS, gestito dalla NASA, rileva una grande quantità di fumo in viaggio verso il sud del Brasile dal 17 agosto, “proveniente dalla Bolivia e dalla Rondônia (Br)”

Il fumo, precedentemente concentrato nel sud del paese, entra nello stato del  Paraná e del Mato Grosso do Sul  poi raggiunge lo stato di San Paolo ed infine la capitale il 19 agosto.

La foresta Amazzonica quest’anno continua a bruciare con una intensità senza precedenti e tutti sono allarmati, ma chiediamoci: è veramente il polmone del mondo?




L’Amazzonia è il polmone del mondo?

La foresta Amazzonica è considerata il polmone della Terra si dice che produce da sola il 20 per cento dell’ossigeno della nostra atmosfera.

La foresta pluviale non è però, come tutti credono, il polmone del mondo, le foreste amazzoniche sono una neutralità in termini di produzione di ossigeno.

Oltre a produrre ossigeno nella fotosintesi (sequestrando l’anidride carbonica dall’atmosfera e trasformandola in materia prima per rami e foglie), si ha che gli alberi respirano ossigeno e a loro volta rilasciano anidride carbonica.

Il rapporto tra produzione e consumo, alla fine, tende al pareggio.

In Amazzonia, inoltre, fa caldo e quando i vecchi alberi marciscono privano l’atmosfera di ossigeno più velocemente a differenza di altre foreste.

Ci sono segnali crescenti che la foresta Amazzonia stia consumando più ossigeno e rilasciando più CO2 di quanto rilasci ossigeno e assorba CO2.

Le foreste come l’Amazzonia, secondo gli scienziati, sono ambienti in climax ecologico, significa che consumano tutto – o quasi – l’ossigeno che producono.

Le stime variano, ma tutte indicano che la quota di ossigeno, fornita dall’Amazzonia al mondo, è molto piccola.

Da dove viene l’ossigeno?

L’ossigeno della Terra non arriva dalla foresta pluviale, l’ossigeno viene prodotto dalle foreste come la Taiga in Siberia, dalle foreste boreali dove gli alberi quando muoiono marciscono più lentamente.

L’ossigeno è prodotto dalle pianure, praterie, quella di Nagqu è la più grande prateria 40.000.000 di km quadrati ed è in Tibet.

Si scopre così che la storia del “polmone del mondo” non è veritiera.

Il fitoplancton, le alghe, sono il vero polmone del mondo perché immettono nell’atmosfera il 55% di tutto l’ossigeno prodotto dal pianeta.

Produzione di ossigeno nel mondo

Alghe – 54,7%

Boschi e foreste – 24,9%

Steppe, campi e pascoli – 9,1%

Aree coltivate – 8,0%

Alghe d’acqua dolce – 0,3%

Il problema degli incendi 

L’Amazzonia brucia, ma vi sono altre parti del mondo che bruciano e nessuno dice nulla.

La foto che vedete è scattata da  MODIS / NASA  il giorno 23 agosto 2019

I puntini in rosso sono i segni d’incendi si può notare che ve ne sono moltissimi in Africa.

Nessuno però dice che vi sono incendi in Africa Centrale.

Perché?

foresta amazzonica

 

Clima e deforestazione

L’Amazzonia produce le proprie precipitazioni e influenza le precipitazioni in altre regioni.

Secondo gli scienziati, getta nell’atmosfera una quantità inimmaginabile di particelle di origine biologica da frammenti di piante, a funghi e molecole organiche.

Queste, trasportate dal vento, diventano i nuclei di condensazione delle nuvole attorno alle quali, il vapore acqueo, si trasforma in goccioline o cristalli di ghiaccio.

Più la deforestazione procede, più queste particelle tendono a diradarsi e questo mette a rischio il delicato equilibrio della foresta e di conseguenza del pianeta.



@DrTraverso   titolare del  Copyright 2019

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Fonte

Quora

National geographic 

G1

Super Interessante 

 

 

 

 

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